19 dicembre 2012

antica e moderna contemporaneamente

Come già anticipato nel precedente post
in questi mesi le mie mappe mentali
sono tutte incentrate sulla scrittura
e per trovare ispirazione ho scelto il libro
Lavoro, dunque scrivo! di Luisa Carrada




















Sono particolarmente legata a questo libro
per diversi motivi: dal 2003 leggo il blog di luisa
e non mi sono mai persa un post; nel 2007
ho scritto un quaderno per il suo sito
e con il tempo sono diventata sua amica anche offline :)

A poco a poco le nostre scritture, apparentemente lontane,
si sono intrecciate perché entrambe crediamo
che l’origine della scrittura, che sia lineare o radiale,
si trovi nel segno che si sviluppa nello spazio

A testimonianza di questa visione il secondo capitolo
del libro, Dalle fondamenta al tetto dell’edificio testuale,
è dedicato al processo di scrittura e in particolare
nella fase della progettazione è consigliato
anche l’uso delle mappe mentali

Ogni volta che aggiungiamo una pur piccola informazione al nostro “magazzino” scatta il bisogno di collegarla con ciò che abbiamo raccolto: discriminiamo, selezioniamo le informazioni più significative, le uniamo in catene associative, le proiettiamo nel futuro, scopriamo nuove griglie cerchiamo nuove informazioni e vediamo cose che non avevamo visto prima. 

Tanto vale allora visualizzarle, queste connessioni, in modo da averle costantemente sotto gli occhi. Un buon modo è disegnare una mappa mentale (…) 

Per mostrare un esempio concreto sono pubblicate
due mie mappe mentali e di questo ne sono felice ed orgogliosa

La prima spiega a cosa servono le mappe mentali
















La seconda, invece, mostra il nostro laboratorio di scrittura:
un cervello instancabile, sempre in attività
dove parole e immagini si intrecciano, si integrano
















Ogni pagina del libro è perfetta per un brain fitness tonificante
perché mentre si legge non si può fare a meno di vedere

Infatti la copia cartacea del mio libro
si sta riempiendo di schizzi, micro mappe
che annoto al margine del testo
perché le metafore utilizzate meritano di essere ricordate



Ovviamente il secondo capitolo mi ha molto ispirato,
anche perché il titolo mi rimanda alla metafora architettonica 
che ho utilizzato nel mio recente articolo,
e per questo ho realizzato il mio edificio radiale
mettendo in evidenza i passaggi per me più significativi















Questa mappa per me ha un significato particolare
perchè mi fa sentire antica e moderna contemporaneamente:
scrivere a mano mi lega al passato, unire parole e immagini
seguendo un processo non lineare ma radiale
mi porta verso il futuro dove c'è spazio per nuove scritture

:)

13 dicembre 2012

#scriviamoamano per riflettere e creare

in questo periodo sono immersa completamente 
nella scrittura intesa sia come forma che contenuto

lo scorso week end sono stata ad arezzo per 
la lezione di calligrafia che è stata ancor più piacevole
perchè sul nostro tavolo da lavoro, oltre a carta e pennini,
c'era anche La Lettura del Corriere della Sera
dove abbiamo letto l'intervista che Michele Boroni 
ha fatto alla nostra maestra Monica Dengo





















«Con l’avvento della stampa si pensava che la scrittura a mano sarebbe scomparsa — racconta Monica Dengo, calligrafa e ideatrice di corsi di scrittura —. Invece è diventata uno strumento propulsore che ha dato vita a una moltitudine di scritture individuali desiderose di pubblicazione. Allo stesso modo, ora che stiamo gradualmente perdendo la scrittura manuale in favore di quella digitale, ci si rende conto che la calligrafia non serve solo a trasmettere un messaggio, ma anche un bisogno profondo di esprimere la propria specifica, inimitabile personalità»

nell'articolo si parla anche del nostro hastag #scriviamoamano
grazie al quale chi partecipa ai corsi rimane in contatto
con gli altri e magari fa venire un pò di curiosità
a chi non è venuto, ma ci sta pensando... ;)

questo connubio analogico-digitale mi piace molto
penso che renda più variegato quello che faccio
e condividerlo con gli altri mi stimola a fare pratica
e a fare delle scelte in modo più consapevole

per esempio ieri ho scoperto che esiste
l'app whims che permette di scrivere messaggi
utilizzando diversi tipi di lettering e colori

sono stata tentata di scaricarla subito
ma poi mi sono chiesta cosa realmente volevo:
essere veloce e perfetta con l'app, oppure
riflessiva e creativa con la mia mano ?

ho scelto la seconda possibilità e ho scritto
una frase di Rainer Maria Rilke
immaginando prima nella mia mente
la forma di ciascuna parola e poi tracciandone
il segno sul foglio di carta

il risultato non è certo perfetto
ma il piacere nel farlo, quello sì
come ben descrive l'amica luisa carrada

... sperimenti, la differenza tra significato e significante, la parola e la sua forma; con il privilegio di essere tu a forgiarla e a capire che puoi farlo in mille infiniti modi...



e così scrivendo il futuro è subito arrivato!

p.s.
nell'articolo di michele boroni sono citata anche io 
come mind mapper che utilizza la calligrafia 
per scrivere in modo radiale con le mappe mentali

nel prossimo post vi racconterò dei miei esercizi ;)

29 novembre 2012

storia di un'idea


Alcuni lettori del mio recente articolo
Mappe mentali per apprendere e comunicare
mi hanno chiesto di conoscere maggiori dettagli
sulla metafora architettonica che ho utilizzato per descrivere
il passaggio dalla scrittura lineare a quella radiale.















L'idea della metafora è nata diverso tempo fa
leggendo il libro Il momento della complessità,
scritto nel 1999 dal filosofo americano Mark Taylor
che utilizza il Seagram Building e il Guggenheim Museum
per descrivere il passaggio da un mondo strutturato
secondo griglie ad uno organizzato in base a reti.


Nel 2008 ho utilizzato questa metafora nell'articolo
pubblicato dalla rivista Inail e dal magazine 7thfloor.









Dopo quell'articolo la metafora non mi ha più abbandonata.

Ho continuato a riflettere e mi sono chiesta
se Mark Taylor dovesse riscrivere oggi quella metafora
quale edificio sceglierebbe come simbolo della metamorfosi?
Farebbe sempre riferimento al Guggenheim Museum del 1999
oppure sceglierebbe un'altra opera architettonica più recente?

Ho cominciato quindi a ricercare un edificio
costruito più recentemente che potesse rappresentare
l'ulteriore trasformazione della nostra società.

Sono trascorsi così due anni quando, inaspettatamente,
ho trovato la risposta visitando nel 2010
il Museo nazionale delle Arti del XXI secolo 
che ho raccontato in questo post con parole e foto:



Tornata a casa, con gli occhi ancora colmi di bianco e di luce,
volevo saperne di più su quell'opera architettonica che aveva
coinvolto tutti i miei sensi e così ho cominciato a leggere
MAXXI Museo delle Arti del XXI secolo
Zaha Hadid l'opera completa
















Mentre leggevo la mia attenzione era attratta
dagli schizzi, i primi segni tracciati da Zaha Hadid
da cui sarebbe nata la sua grande opera:
semplici linee che creavano delle curve sinuose.
















Poi ho guardato con attenzione una fotografia
che ritraeva dall'alto il MAXXI incastonato
nel tessuto urbano del quartiere Flaminio di Roma:
un edificio bianco dalle forme flessuose
immerso in un reticolo di strade e linee tranviarie.
















Questa foto ha colpito molto la mia immaginazione
e così ho preso un quaderno e l'ho ricopiata:
in quelle linee flessuose ho intravisto i rami
di una mappa mentale che interrompono
il rigido schema della gabbia di impaginazione.
















Così, libri alla mano, ho cominciato a ragionare
per capire come potevo utilizzare quell'edificio
per sviluppare la metafora architettonica di Mark Taylor.
















Questa è la mappa mentale che ho iniziato a novembre 2010
con la quale analizzo le caratteristiche dei tre edifici:
Seagram Building, Guggenheim Museum e MAXXI.
















Le tre diverse date in alto a destra mi ricordano
che ho lavorato su questa mappa per diversi mesi
cancellando, spostando, aggiungendo parole chiave.

L'utilità della mappa mentale è proprio questa:
ti permette di sviluppare un'idea come se fosse
il progetto di un edificio che nasce sulla carta
dove vengono tracciate le strutture portanti, essenziali.

Successivamente ho sentito la necessità
di fare una mappa specifica sul MAXXI.
















Con il tempo nel mio quaderno ho raccolto tante altre mappe,
articoli di giornali, post-it per ricordare citazioni di libri.
Mi sono poi lasciata rapire dal visual utilizzato
durante la campagna di comunicazione del MAXXI
e dalle opere ComplexCity dell'artista Lee Jang Sub.





















Continuavo sempre a ragionare sul passaggio
griglia > rete > spazio...




















Il tempo intanto trascorreva e ad aprile 2011
si è aggiunto un importante tassello del mio puzzle:
la rivista Abitare n.511 Being Zaha Hadid



















Gli articoli offrono una carrellata dei lavori più importanti
della Hadid e quello che mi ha più colpito è la morfologia organica
che caratterizza le forme delle sue opere:
onde, dune, ostriche, ciottoli...

Ovviamente il riferimento alla morfologia organica
non poteva non richiamare la mia attenzione di mind mapper
considerato che la struttura di una mappa mentale
è analoga a quella di un neurone.

Così ho fatto una mappa mentale per ricordare meglio
questo interessante particolare:



Continuando la lettura della rivista Abitare
mi ha poi colpito l'articolo dedicato
all'inaugurazione del MAXXI:




















Prima di tutto, bisogna dire che la caratteristica speciale, unica, di questo museo è il fatto che si basa su un formalismo applicato con estremo rigore. 

È costruito come un fascio di linee che scorrono insieme fino a quando si dividono, si incrociano o seguono curvature angolari. Il loro fluire crea degli spazi all’interno e all’esterno di questi muri portanti, ma nel contempo il movimento continua, ritornando su se stesso, salendo o girando. Le gallerie sono degli spazi infiniti, che continuano a scorrere e a perpetuarsi senza interruzioni

Non esiste un punto in cui gli spazi iniziano o finiscono e non c’è neppure un punto di ingresso privilegiato. 

Tutto questo fa parte del fascino di questo edificio. È molto difficile scomporre questo insieme in una serie di gallerie separate, a cui dare un nome. Si tratta di un movimento perpetuo. Lo spazio compreso fra i due muri è sereno, contemplativo e silenzioso e si apre su panorami molto profondi, in cui convergono molti livelli e direzioni. 

È a questo punto che l’osservatore diventa flâneur e può vagare con lo sguardo sul paesaggio o sull’ambiente urbano da cui emergono continuamente tracce e stimoli. In questo edificio non c’è un modo preciso per orientarsi, bisogna solo abbandonarsi al suo fluire (...).

In questa descrizione ho trovato molte analogie
con le caratteristiche di una mappa mentale
che si sviluppa nello spazio orizzontale di un foglio:
le parole chiave vengono scritte su rami curvilinei
e la lettura non è sequenziale ma può fluire
da un punto all'altro a seconda dello svilupparsi
delle connessioni del pensiero.

Trovando queste analogie mi sono chiesta chi fosse
la persona che descriveva il MAXXI
con tanto calore e dovizia di particolare.

Ho scoperto così Patrick Schumacher,
braccio destro di Zaha Hadid, che ha sviluppato
il concetto di parametricismo: metodo di progettazione
che utilizza i programmi di modellazione in architettura
in maniera creativa.




















Vi invito a leggere il suo articolo La città parametrica
che, nella sua brevità, è molto denso di concetti
e in questo post posso riportarne solo alcuni

Prima di affrontare la questione di come migliorare le nostre città dal punto di vista dell’ingegneria ambientale, dobbiamo trovare una risposta all’interrogativo su quali siano le morfologie architettoniche e i modelli urbanistici più adatti a vitalizzare e a rinnovare la vita produttiva e i processi della comunicazione, da cui dipende lo svolgersi di ogni attività.

Il parametricismo sta per diventare il primo nuovo stile globale che potrà e dovrà sostituire il modernismo come vero stile di un’epoca. Per fare questo dovrà opporre alle vestigia della monotonia del modernismo e alla cacofonia del caos urbano esplosa alla vigilia della sua fine un ordine complesso e variegato che si ispiri ai processi autorganizzati della natura.

La premessa del parametricismo consiste nella parametrica malleabilità di tutti gli elementi architettonici e urbani. Invece di mettere insieme rigide ed ermetiche figure geometriche, come tutti i precedenti stili architettonici, il parametricismo avvicina componenti malleabili in un gioco dinamico di mutue rispondenze e di adattabilità al contesto.

Ho associato l'espressione parametrica malleabilità
di tutti gli elementi alle caratteristiche di una mappa mentale:
parole chiave, immagini, simboli, codici,
colori che si relazionano in un "gioco dinamico".

Trovando l'articolo di Schumaker
particolarmente interessante l'ho analizzato
con questa mappa mentale:




















Mi sono soffermata anche su questo concetto:

La progettazione del MAXXI non parte da un “solido platonico” o da una geometria chiusa e regolare: il diagramma di base è un boomerang di 6 linee ricurve che scivolano parallele tra loro e striano il campo in cui fluiscono.

Quindi, per riprendere l'analogia,
l'edificio parametrico e la mappa mentale,
non partono da geometria chiusa
ma da linee che striano il campo in cui fluiscono.



Seguendo questa analogia nel mio quaderno
ho disegnato le linee di un ipotetico foglio a righe
che si liberano dalla gabbia verticale dell'impaginazione
striano un campo orizzontale andando a comporre
una forma organica, una struttura attraverso la quale
possiamo rappresentare il proprio pensiero.


















Mettendo insieme le diverse riflessioni,
ho composta la mia metafora architettonica:



P.S.
Nelle ultime pagine della rivista Abitare ho trovato la mappa 
di una ipotetica città denominata Hadid City 
formata da tutti gli edifici realizzata da Zaha Hadid:















E' la città di un futuro forse non troppo lontano
considerato che sempre più frequentemente

Non ho saputo resistere e ho fatto un veloce collage,
la testa sensoriale/visual del museo MAXXI 
sul taccuino Inail, compagno di tante avventure radiali,: 

Il comunicatore del XXI secolo vive in una città parametrica, percorre sentieri creativi, scrive in modo sinsemico e prende appunti con una mappa mentale su un taccuino orizzontale.

27 novembre 2012

La forma dei pensieri




















I nostri pensieri prendono forma nel cervello fluttuando su onde elettriche generate da gruppi di neuroni che si accedono all'unisono: ogni gruppo neurale crea una differente fluttuazione che corrisponde a un pensiero, a un ricordo, a una percezione o a un comportamento.

Lo dimostra uno studio del Mit e della Boston University pubblicato su "Neuron", che fa luce su uno dei misteri delle neuroscienze: come i neuroni formano i pensieri. Nel cervello la loro attività genera onde elettriche di diversa frequenza. 

L'idea è che ogni pensiero prenda corpo grazie a un gruppo di neuroni che si mette a "suonare" e non interferiscono l'uno con l'altro perchè fluttuano su onde distinte generate da insiemi neurali distinti.

tratto dalla rubrica "Scienza" di Francesca Cerati
pubblicato in Nòva24 del 25 novembre 2012

**** aggiornamento del 29 novembre 2012

il sito Nuovo e Utile oggi propone tre articoli
usciti negli ultimi mesi su mente e cervello
ne consiglio caldamente la lettura

se poi volete potete anche giocare
Fate crescere il vostro neurone!

Quest’ultimo link non vi rimanda a un articolo, ma a un gioco (attenzione: crea dipendenza!) che consiste nel far crescere un neurone, acchiappando proteine ed evitando i neuroni nemici. Nella pagina principale trovate il pulsante che vi rimanda a una spiega (the science. Consiglio anche un clic sul link su Brains: The mind as matter) e trovate anche il pulsante che vi rimanda alle regole. E poi potete cominciare. Ma se riuscite a mettere insieme solo una cellula di Golgi siete delle schiappe.

14 novembre 2012

#scriviamoamano si replica sabato 1 dicembre !




















sabato e domenica scorsi si sono svolti i laboratori
Il potenziale creativo della scrittura a mano 
con Monica Dengo, di cui ho già parlato qui e qui

le giornate sono andate benissimo e questi sono
i racconti di alcuni partecipanti che ringrazio
per aver voluto condividere la loro esperienza

#hoscrittoamano! di Luisa Carrada

Il corpo della scrittura di Alessia Rapone

Riscriversi con la giusta calligrafia di Fabiana Canale

Il respiro tra le righe di Anna D'Errico

per quanto mi riguarda ho scritto un racconto
con foto che ho condiviso su instagram, facebook e twitter
per rendere la scrittura un momento social ;)

grazie al passaparola in rete abbiamo ricevuto
altre richieste di iscrizione e per questo
il laboratorio sarà replicato sabato 1 dicembre

vi aspetto :)

06 novembre 2012

Opening the door of the 21st century


oggi ho condiviso il mio articolo con due community
di mind mappers nella convinzione che sia importante
il confronto per migliorare e continuare a crescere

la prima è Le mappe del pensiero presente su linkedin
fondata e coordinata da Alberto Scocco
la seconda è Biggerplate fondata da Liam Hugges

per i mind mappers che non vivono in italia
l'articolo e la mappa sono stati tradotti in inglese
Mind maps for learning and communicating














p.s.
per la traduzione dell'articolo in lingua inglese
ringrazio Marian Dougan di DNA Language
per l'alta professionalità e competenza

28 ottobre 2012

Aprire la porta del XXI secolo

Oggi festeggio una nuova tappa del mio viaggio radiale





















La rivista Inail n.1/2012 ha pubblicato il mio articolo
Mappe mentali per apprendere e comunicare 
con introduzione di Marco Stancati




















Ieri un’amica dopo averlo letto mi ha chiesto:
quanto tempo hai impiegato per scriverlo 
e io senza alcuna esitazione ho risposto:
quasi 9 anni !

E sì, perché quello che ho scritto rappresenta
il mio personale approccio al mind mapping 
che ho maturato nel tempo grazie alla lettura
di libri illuminanti, conversazioni con persone ispiranti,
studenti desiderosi di sperimentare e imparare
e anche molti silenzi dentro e fuori di me

Questo l’abstract dell’articolo

Il comunicatore del XXI secolo vive in una città parametrica, percorre sentieri creativi, scrive in modo sinsemico e prende appunti con una mappa mentale su un taccuino orizzontale. 

Le mappe mentali hanno un’infinità di usi in campo professionale; ma servono anche per organizzare la nostra quotidianità, fatta di pensieri ed azioni. Insomma per non perdere il controllo di aspetti importanti della nostra esistenza, sopraffatti dall’incalzare della Economia della Conoscenza. 

In questo articolo mettiamo a fuoco il rapporto tra “mappe mentali e apprendimento” e narriamo del percorso che ha portato l’Università Sapienza di Roma e quella di Córdoba a mettere insieme passione e esperienze per un progetto comune di approfondimento e ricerca. 

Un mio speciale ringraziamento va a Marco Stancati 
che sin dall’inizio ha creduto nel mio lavoro
e ha aperto le porte delle aule in cui è docente
dandomi la possibilità di insegnare il mind mapping
non solo attraverso la teoria, ma soprattutto
con tanta tanta pratica che ha coinvolto molti studenti

Ora vi lascio alla lettura dell’articolo
che la rivista Inail ha voluto pubblicare
sia in formato cartaceo che digitale
Le mappe mentali per apprendere e comunicare

Ovviamente non poteva mancare la versione radiale !
















Nei prossimi post racconterò del mio processo di scrittura
per condividere ancor di più con voi il mio viaggio radiale
e aprire insieme la porta del XXI secolo

:)

p.s.
l'articolo è stato tradotto in inglese
per la comunità di mind mapper sparsi per il mondo
Mind maps for learning and communicating

27 ottobre 2012

#scriviamoamano si replica domenica 11 novembre!

il workshop Il potenziale creativo della scrittura a mano
ha riscosso grande successo perchè in poco tempo
sono arrivate così tante iscrizioni che abbiamo deciso
di replicare il giorno successivo domenica 11 novembre

sembra che l'interesse per la scrittura a mano
sia comune a non poche persone come conferma
l'articolo, gentimente segnalato da @Pizeta,
The lost art of letter-writing di Charlotte Higgins
in cui cita ben tre libri di prossima pubblicazione
che trattano l'argomento






















A good handwritten letter is a creative act, and not just because it is a visual and tactile pleasure. It is a deliberate act of exposure, a form of vulnerability, because handwriting opens a window on the soul in a way that cyber communication can never do. You savor their arrival and later take care to place them in a box for safe keeping. 

bene, non resta che preparare carta e penna !




















per chi fosse interessato ci sono ancora
alcun posti liberi per domenica 11 novembre !

24 ottobre 2012

penetrare la materia




riprendo i due precedenti post per continuare la riflessione
tra chimica e mind mapping e arricchirla con il passo
di un brano tratto da L'altrui mestiere scritto da Primo Levi
che mi è stato gentilmente ricordato da Luisa Carrada

Levi ha fatto il chimico tutta la vita e ha scritto pagine bellissime
su come il suo mestiere abbia influenzato la sua scrittura

(...) Ci sono altri benefici, altri doni che il chimico porge allo scrittoreL'abitudine a penetrare la materia, a volerne sapere la composizione e la struttura, a prevederne le proprietà ed il comportamento, conduce ad un insight, ad un abito mentale di concretezza e di concisione, al desiderio costante di non fermarsi alla superficie delle cose.

La chimica è l'arte di separare, pesare e distinguere: sono tre esercizi utili anche a chi si accinge a descrivere fatti o a dare corpo alla propria fantasia. (...)

leggendo queste parole mi piace pensare
che il mind mapper è come un chimico che cerca
di penetrare la materia del pensiero, di scomporla
in parole chiave e immagini per cercare una sintesi concreta
che rappresenta la fase preliminare nel processo di scrittura

17 ottobre 2012

cosa accomuna la chimica al mind mapping?


forse la risposta alla mia domanda l'ho trovata nel libro
Sinsemie. Scritture nello spazio di luciano perondi

in diverse parti del libro l'autore parla
di scritture sinsemiche elementari
riferendosi anche alle notazioni specialistiche
come la matematica e la chimica

secondo l'autore nella notazione chimica si mescolano
segni alfabetici con funzione ideografica, segni iconici,
ideogrammi il tutto articolato in una sintassi bidimensionale
in cui lo spazio assume un valore importante

clicca per ingrandire


la sinsemia che caratterizza la notazione chimica
è di tipo bottom-up o procedurale

(...) L'aspetto interessante di questo tipo di sinsemia è che una serie di procedure, più o meno strettamente normate, può apparire una macrostruttura che non si conosce in partenza e il cui contenuto informativo non è latente nei dati, ma nel sistema di organizzazione e visualizzazione dei contenuti stessi (...)

clicca per ingrandire




















l'autore individua poi i vantaggi nell'utilizzo
di strumenti di organizzazione sinsemica del testo

(...) Oltre ai vantaggi di natura quantitativa (in più modi si scrivono le cose, più elementi emergono), l'utilizzo estensivo e cosciente di un approccio sinsemico al testo comporta altri due possibili vantaggi:
  1. Il primo prettamente neurofisiologico: un maggiore numero di rappresentazioni legate ad un evento, un oggetto, un concetto, permettono una sua migliore comprensione, memorizzazione e sedimentazione;
  2. Il secondo di natura grafico-psicologico: utilizzare artefatti di tipo analogico e sintetico permette (nei contesti appropriati) una più immediata comprensione di alcuni aspetti del testo, rispetto a una organizzazione del testo univocamente sequenziale. (...)

clicca per ingrandire




















quello che mi ha colpito nella lettura
è il passo dove è messa in evidenza l'analogia
che intercorre tra la notazione chimica
e i legami delle molecole

clicca per ingrandire




















per fare un esempio l'autore fa riferimento
alla molecola di pentacene fotografata
da Ibm Research con un microscopio elettronico
che ha reso visibili i legami molecolari



la foto del pentace è stata poi messa a confronto
con la corrispondente formula chimica


sorprendentemente la notazione chimica ha una struttura
molto simile a quella della molecola reale

guardando queste immagini non ho potuto fare a meno
di pensare all'analogia tra neurone e mappa mentale



















ora mi piace immaginare che il prof. francesco naso,
con la sua sensibilità di chimico, sia stato "attratto"
dalla mappa mentale come rappresentazione del pensiero
perchè essa è evocatica di una realtà fisica (il neurone) così come nella chimica una formula è evocativa della molecola reale

a questo punto non mi rimane che aspettare
il prossimo natale per andare a salutare il prof.naso,
fargli omaggio di questa nuova mappa mentale
















e conversare con lui di sinsemia, chimica e mind mapping !

:)

15 ottobre 2012

appunti radiali per una lecture da ricordare


Ciao Roberta,

ti scrivo per raccontarti del FUTURMAT2, importante congresso internazionale che ho organizzato in Puglia lo scorso settembre. 

La foto che ti invio mi ritrae durante la cerimonia di apertura del congresso mentre con una mappa mentale presento il meeting, riassumendo in modo efficacissimo sia le tematiche del congresso che gli aspetti più salienti dei suoi contenuti e i numeri più rilevanti (relatori plenari, invitati e contributi orali e poster) Tutto in un colpo d’occhio sintetico ed efficacissimo.
















Tutto è andato bene e molti colleghi mi hanno chiesto notizie circa il mind mapping e le sue diverse applicazioni. Ma oggi ti scrivo anche per darti una bella notizia che sono sicuro ti farà molto piacere...

Il prof. Francesco Naso, cui il meeting era dedicato in occasione del suo 75° compleanno, ha realizzato una deliziosa pubblicazione che raccoglie i suoi contributi interdisciplinari sul dialogo tra il sapere scientifico (chimico in particolare) e quello letterario.




















Guarda bene cosa ha scelto come quarta di copertina...




















Sì, sono proprio le mappe mentali che facesti nel dicembre del 2006 come sintesi della lecture "La chimica nella letteratura non scientifica" che il prof. Naso tenne al Dipartimento di Chimica dell'Università di Bari.

Ricordo ancora il giorno in cui regalasti le mappe mentali al professore che rimase molto colpito dal metodo di notazione utilizzato e in questi anni le ha tenute incorniciate nel suo studio all'università come ricordo di quel giorno.

A breve riceverai una copia del libro con una lettera del professore.
Un caro saluto, Gianluca

che sorpresa! ma soprattutto che tuffo nel passato!

ricordo bene quella vigilia di natale di ben 6 anni fa
quando, incuriosita dal titolo della lecture,
andai ad ascoltarla per scoprire i legami
tra chimica e letteratura non scientifica

libri famosi di umberto eco, thomas mann, ghoete,
luigi pirandello, honorè de balzac, oliver sacks
venivano raccontati perché nelle loro trame
c'erano tracce di molecole, esperimenti, intuizioni...
















(...) Nel "Il Visconte Dimezzato" Italo Calvino narra del nobile guerriero che durante una battaglia è spezzato da una palla di cannone in due metà eguali, l'una immagine speculare dell'altra , una metà "destra" ed una "sinistra", la prima estremamente cattiva di carattere e la seconda è stata tratteggiata sullo sfondo del concetto di chiralità, che prevede l'esistenza in chimica organica di composti, sovente usati anche come farmaci, che sono eguali come struttura ma una è di tipo "destro" e l'altra di tipo "sinistro". Spesso una ha proprietà benefiche l'altra no (esempio famigerato è la thalidomide degli anni '60, delle quale una forma aveva azione sedativa, l'altra invece era teratogena).

Altrettanto simpatici ed interessanti sotto il profilo scientifico i collegamenti ideali fra classici concetti chimici, (l'equazione di Schroedinger e la risonanza) con situazioni che riguardano la sfera della spiritualità (il movimento degli angeli secondo S.Tommaso d'Aquino ed il moto degli elettroni; le strutture descrittive del comportamento chimico e le complesse sfaccettature della personalità dell'individuo secondo Luigi Pirandello). 

Interessante poi la contrapposizione tra l'ermetica visione degli atomi del famoso scrittore francese Raymond Queneau (Piccola Cosmogonia Portatile) con la leggera e piacevole chimica in versi del calabrese Alberto Cavaliere, la cui descrizione dell'ossigeno indusse Benedetto Croce ad esclamare "Dopo una simile definizione dell'ossigeno come si può odiare la vita?" (…)
















di una lecture così affascinante era proprio un peccato
non conservarne il ricordo per questo
cominciai istintivamente a prendere appunti

oggi, come allora, guardando queste mappe mi domando
perché il prof. naso senza conoscere il mind mapping
è stato "attratto" da questo metodo di notazione?
cosa unisce il mind mapping alla chimica?

in questi 6 anni non sono riuscita a darmi una risposta
ma forse, ora so dove andare a cercare...

p.s.
per chi fosse interessanto segnalo l'articolo
Il regno periodico tra scienza e letteratura
del professore Francesco Naso